Cibo: piacere e dovere

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Il cibo è da sempre un piacere, ma negli ultimi anni è diventato anche un dovere.

Il prodotto alimentare non è un prodotto qualsiasi e ha in sé un valore etico unico.

Per questo nasce il “Vademecum“, che si potrebbe definire come un insieme di regole stabilite da associazioni di ristorazione per ridurre gli sprechi nei ristoranti.

Massimizzare il proprio food cost, migliorare l’efficacia dei menù, avere uno staff sensibile al tema dello spreco stesso non è solo una questione di efficienza del business, ma è prima ancora una sfida culturale per alimentare l’economia circolare; basti pensare all’importanza del recupero di cibo che non più impiegabile nel commercio ma che è fondamentale per le associazioni che aiutano persone bisognose.

Nel mondo circa 1/3 del cibo prodotto (circa 1,3 miliardi di tonnellate) viene perduto o sprecato ogni anno, con perdite per 400 miliardi di dollari. Inoltre le Nazioni Unite valutano che circa il 17% di quanto coltivato, finalizzato e venduto viene buttato. Infine l’UNEP (United Nations Environment Programme) stima che il 61% degli sprechi alimentari avviene tra le mura domestiche, il 26% lungo la filiera e il 13% nelle rivendite.

Si auspica di poter ordinare, un giorno, consapevolmente e donare ciò che avanza, divenendo così ambasciatori della cultura antispreco.

 

Giada Grandi